“Un percorso integrato per le cure di fine vita (LCP-I)” in ospedale

Nella maggior parte di paesi con sistemi sanitari sviluppati, Italia compresa, nonostante lo sviluppo di reti di cure palliative territoriali e di hospice, un consistente numero di pazienti continua a morire in ospedale. Considerazioni analoghe condotte in altri paesi, hanno portato allo sviluppo di specifici programmi con l’obiettivo di migliorare la qualità delle cure di fine vita per i pazienti ricoverati in ospedale.

Obiettivo di questi programmi non è snaturare la ragione d’essere dei reparti ospedalieri, ma riuscire a rendere competente per quanto possibile il reparto ad affrontare i complessi bisogni di una persona alla fine della vita.
Programmi di questo tipo, applicati da qualche anno in ospedali europei ad americani, stanno riscuotendo un successo crescente, per la loro capacità di modificare in senso positivo atteggiamenti e comportamenti degli operatori sanitari.
L’ipotesi è che i cambiamenti nella pratica degli operatori siano in grado di migliorare la qualità della vita dei pazienti alla fine della vita, aumentando il livello di soddisfazione nei familiari, riducendo i costi legati all’inappropriata applicazione di indagini diagnostiche e di trattamenti inappropriati.
Fra i diversi percorsi integrati proposti a livello internazionale, il più strutturato e promettente sembra essere il Programma inglese "Liverpool Care Pathway for the dying patient" (LCP), sviluppato alla fine degli anni ’90 dal Palliative Care Team del Royal Liverpool and Broadgreen University Hospitals e Marie Curie Hospice di Liverpool.
Il Programma LCP raccomandato dal NICE e diffuso a livello internazionale (in oltre 14 paesi), suggerisce una serie di pratiche di cura e di assistenza di efficacia dimostrata o comunque considerate “buona pratica clinica”, rivolte ai pazienti alla fine della vita e ai loro familiari.
Il processo di cambiamento ruota intorno all’introduzione nei reparti di una nuova cartella clinica (la Cartella LCP) per i pazienti che l’equipe curante giudica alla fine della vita. La continua documentazione dei risultati supporta l'implementazione di un processo di miglioramento continuo della qualità delle cure di fine vita.
L’obiettivo del Programma LCP-I è migliorare le cure alla fine della vita per i malati che muoiono in ospedale, qualunque sia la causa che ne provoca la morte. Lo strumento attraverso cui si raggiunge questo obiettivo è un percorso interno al reparto che migliora le competenze di medici ed infermieri nel riconoscere e nell’affrontare appropriatamente i bisogni delle persone alla fine della vita e dei loro familiari.
La versione italiana della Cartella LCP-I, denominata “Un percorso integrato per le cure di fine vita (LCP-I)”, è stata messa a punto dal Coordinamento Regionale Cure Palliative dell’Istituto Nazionale per la Ricerca sul Cancro (IST) di Genova. Fedele all’originale inglese, la versione italiana, è approvata dal LCP Central Team UK, Marie Curie Palliative Care Institute Liverpool (MCPCIL).

Costantini M, et al (BMC Health Serv Research 2011)

Costantini M, et al (Pall Med 2011)

Di Leo S, et al (Pall Med 2011)

Raijmahers NJH et al (Supp Care cancer 2012)

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