4° Convegno Nazionale sui Centri Diurn - Giardini terapeutici, Vivaisti e Alzheimer

31/05/2013 08:00
01/06/2013 18:00

Da domani a Pistoia il 4° Convegno Nazionale sui Centri Diurni dal quale usciranno le prime linee guida. Tra relazioni scientifiche e progetti sperimentali, gli itinerari verdi per curare la demenza che sposano salute ed economia. Il rapporto di Ars Toscana sulla precaria situazione nella regione. Presto un sito web.

Pistoia – Dagli antichi giardini filosofici di Epicuro ai recentissimi Giardini Alzheimer l'’uomo cerca nel verde la medicina della mente: ieri per inseguire la felicità, oggi, forse più disincantato, semplicemente per recuperare la salute perduta. Ma sempre di ecologia cerebrale si tratta e i Giardini Alzheimer sono appunto una delle ultime frontiere sperimentali nella cura della tremenda malattia che assedia l'’autunno dell’'Occidente.

I primi risultati si prestano peraltro talmente all’ottimismo che, da argomento marginale, il giardino terapeutico si presenta ora tra i temi chiave del 4° Convegno Nazionale sui Centri Diurni Alzheimer in programma domani e sabato a Pistoia all'’Auditorium (Via Panconi 14). Protagonisti i maggiori specialisti italiani e non poche figure complementari. Compresi, in nome dell’'ambiente risanatore, filosofi, architetti e florovivaisti, fior fiore dell’economia toscana.

“Purché progettato come si deve”, ha detto infatti presentando oggi il convegno, il professor Giulio Masotti, presidente onorario della Società Italiana di Geriatria, “il giardino è uno strumento terapeutico di straordinaria efficacia. Dalla visione e dal contatto con le piante tipiche del luogo dove ha vissuto il paziente trae continue stimolazioni sensoriali e della memoria. Con la sua eccezionale perizia anche il vivaismo pistoiese può dunque contribuire in misura decisiva a realizzare questi progetti, con doppio beneficio per la salute e per l’economia”.

La Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia promuove e finanzia in toto il convegno fin dalla prima edizione insieme ad alcune attività sperimentali come il progetto ambiente che il Centro Diurno Monteoliveto ospiterà per capire l’effetto di colori e luci sul paziente demente.

“Siamo ben certi dell'’utilità di queste iniziative” - ha detto oggi il presidente, professor Ivano Paci - “e continueremo a sostenerle anche in futuro. Il nostro obiettivo è di superare la fase individualistica dei Centri Diurni per definire linee guida erga omnes scientificamente validate. Ci stiamo lavorando da due anni e saranno comunicate a conclusione del convegno. Presto, a beneficio delle famiglie e degli operatori, lanceremo anche un sito web nazionale dove saranno identificati tutti i Centri Diurni italiani con le loro specifiche caratteristiche”.

Il programma prevede numerose relazioni di carattere tecnico, ma anche argomenti ben comprensibili al grande pubblico: come capire se e perché un paziente demente, incapace di esprimersi a parole, prova dolore; oppure, nella sostanziale impotenza della medicina, come rallentare il decorso della malattia con e senza farmaci.

I problemi restano comunque enormi: più la popolazione invecchia, più aumentano i casi di demenza. La crisi economica sta facendo il resto: scarse risorse, strutture insufficienti a fronteggiare il fenomeno e a sostenere le famiglie, spesso lasciate sole a gestire non autosufficienti o con disturbi comportamentali fino all’'aggressività fisica. Nel 2010 la situazione era questa: oltre 84.000 anziani con demenza in Toscana, 6300 a Pistoia, 1.200.000 in Italia. Ogni 1000 pazienti i posti disponibili in media nei Centri Diurni erano 17 in Toscana, 16 a Pistoia, appena 10 in Italia.

Sull’'argomento l’ARS Toscana, Agenzia Regionale di Sanità, presenterà uno scenario tanto aggiornato quanto critico. Perché se le strutture sono le stesse, oggi i malati sfiorano quota 90.000 e saranno oltre 140.000 entro il 2050: molti distretti sono privi di Centri Diurni, con una situazione resa ancor più precaria dalla mancanza di criteri uniformi di ammissione e dimissione dei pazienti davvero bisognosi. Operazione ora in corso d'’opera, che si pensa coprirà metà del fabbisogno.

Non tutti concordano con questa diagnosi, ma si tratta pur sempre della Toscana, una delle regioni più attrezzate.

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