Condannata in Gran Bretagna la madre che aveva praticato l'eutanasia a suo figlio

Sempre in merito al tema dell’eutanasia, in Gran Bretagna, è stata condannata all’ergastolo per omicidio volontario premeditato la madre che aveva ucciso il figlio disabile, praticandogli l’eutanasia.

Francis Inglis, inglese di 57 anni, aveva infatti somministrato al figlio disabile di 22 anni, una dose letale di eroina con l’intento di “portare a termine la sua sofferenza”.
Secondo quanto ha raccontato lei stessa al tribunale Old Bailey di Londra, il figlio “viveva in un inferno in terra” dopo che le lesioni alla testa provocate dalla caduta da un’ambulanza nel luglio 2007 lo resero disabile.

Lo stato in cui il giovane uomo era costretto a vivere e a cui la madre assisteva quotidianamente hanno portato la donna a compiere tale atto. “La sofferenza costante” che lei leggeva negli occhi del figlio hanno fatto crescere in lei il pensiero di “non avere altra scelta”, compiendo quel gesto “pensando solo al suo bene”.

La donna ha rivelato, inoltre, che l’ospedale che aveva in cura il ragazzo aveva discusso l’ipotesi di eventualmente “aiutarlo a morire”, togliendoli il cibo. I medici infatti stavano valutando quale fosse la soluzione migliore per alleviare le sofferenze del giovane gravemente disabile, quando la madre ha preso la decisione indipendente di portarlo alla morte con un’iniezione letale di eroina.

Togliergli il cibo sarebbe stato crudele, riusciva ancora a provare emozioni anche se non si poteva esprimere” ha affermato la madre in tribunale. “Ho fatto la cosa giusta, non potevo lasciare mio figlio in quelle condizioni, era terribilmente infelice. La definizione di omicidio è togliere la vita a qualcuno con la cattiveria nel cuore. Io ho ucciso mio figlio solo per il suo bene.

Il giudice Brian Barker che ha condannato la donna all’ergastolo ha affermato che “un omicidio rimane un omicidio, e non importa quali siano state le motivazioni per commetterlo”.

Francis Inglis dovrà scontare un minimo di 9 anni prima di poter chiedere la libertà vigilata.

A cura della dott.ssa Emilia Uccello

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