Crisafulli vuole vivere

Salvatore Crisafulli, l'uomo che da sette anni vive paralizzato a seguito di un incidente stradale, è cosciente e vuole vivere. Questo è quello che ha affermato con gli occhi (il suo unico modo di comunicare) durante un’intervista fattagli dalle Iene e che sarà trasmessa in tv stasera, mercoledì 3 febbraio 2010.

La sua famiglia, che combatte per ottenere un’assistenza personalizzata con operatori specializzati poco tempo fa aveva comunicato alla stampa la decisione di portare Salvatore in Belgio con un camper per fargli praticare l’eutanasia.
Il fratello di Salvatore, Pietro, durante una delle tante trasmissioni televisive in cui era stato chiamato come ospite, aveva anche annunciato l’arrivo di un video shock con le immagini dell’uomo che esprimeva la sua volontà di morire.
Ora, però, la famiglia ha annullato il viaggio della morte e la questione è torna di nuovo nelle mani della Regione Sicilia, luogo di appartenenza e residenza dell’uomo.

Se non fosse una situazione così particolare e un dramma tanto profondo, ci sarebbe sinceramente da porsi molti domande sulla vicenda e sul comportamento della famiglia Crisafulli.
Infatti il paese scelto per compiere quest’atto, il Belgio, presenta delle norme tali per cui Salvatore non avrebbe mai potuto ottenere l’eutanasia, visto che la legge belga impone che l’individuo che si sottopone all’eutanasia debba essere un residente e non cittadino di un altro stato. Non bisogna dimenticarsi che la stessa famiglia in passato si era schierata contro l’autodeterminazione, soprattutto in merito alla vicenda di Eluana Englaro, anche se poi negli ultimi giorni il fratello Pietro aveva più volte respinto il paragone affermando che la sua non era una battaglia per la morte, bensì per la vita, perché lui combatteva per la vita di suo fratello, il quale non sarebbe morto di stenti, ma dormendo. Altre affermazioni poi rilasciate dallo stesso Pietro danno adito ad altre riflessione: “quando porterò mio fratello in Belgio con un camper il governo dovrà intervenire in extremis, come ha fatto con Eluana Englaro, per salvare la vita di Salvatore."

Le immagini girate a Catania, nella casa dell’uomo, saranno trasmesse stasera su Italia 1 a “Le Iene Show”. La “iena” Giulio Golia durante la sua lunga visita all’uomo, ha più volte chiesto a Salvatore Crisafulli se volesse realmente recarsi in Belgio per sottoporsi all’eutanasia e, dopo alcune risposte positive, all’ennesima domanda: “Vuoi fare il viaggio? Se sì sbarra gli occhi, se no chiudili.” Salvatore ha abbassato entrambe le palpebre mostrando diverse volte di non voler più morire.
La famiglia visibilmente scossa ed emozionata per l’inaspettato cambio di idee, si è mostrata sollevata, ma anche preoccupata per il futuro che dicono essere, senza un’assistenza domiciliare specializzata 24 ore al giorno, veramente difficile.

Pietro, difatti, è l’unico fratello ancora in grado di rendersi utile per l’assistenza, visto che l’altro fratello, Marcello, ha avuto un incidente e non può più essere d’aiuto alla madre per prendersi cura di Salvatore.
La famiglia di Crisafulli, comunque, non è la prima volta che parla di eutanasia minacciando di compiere questo gesto, infatti già nel settembre del 2008 avevano espresso tale scelta, ma l'intervento del presidente del Consiglio dei Ministri, Silvio Berlusconi, riuscì a fermare la cosa e lo stesso Salvatore espresse in quell’occasione il desiderio di voler continuare a “combattere per la vita”.

Salvatore ha espresso chiaramente - ha confermato Pietro Crisafulli - la sua intenzione di volere continuare a vivere e di volere combattere. E noi rispettiamo la sua volontà. Era sua la scelta dell'eutanasia, adesso è sua quella di non volere morire.” “Siamo sollevati per questa decisione - ha aggiunto - ma anche preoccupati perchè senza un'assistenza ospedaliera a casa, 24 ore al giorno, è veramente difficile andare avanti. Speriamo adesso che i politici mantengano finalmente le loro promesse.

Il governo ha fatto tutto ciò che poteva fare. Ha stanziato fondi a livello nazionale che sono stati erogati alle Regioni, ma ognuna di queste ha la sua gestione” aveva detto il sottosegretario Eugenia Roccella, la quale, nei giorni precedenti, durante una trasmissione televisiva in cui era presente lo stesso Pietro Crisafulli aveva affermato: “il Governo ha seguito da vicino la vicenda Crisafulli fin dal settembre 2008. Con il rapporto dei Nas si farà ulteriore chiarezza sull'assistenza effettivamente fornita a Salvatore dai servizi socio-sanitari locali e sarà possibile individuare meglio i problemi che si possono risolvere.” “Sugli stati vegetativi il Governo ha posto particolare e immediata attenzione, stanziando fondi vincolati (10 milioni di euro alle Regioni per il 2009) e mantenendo anche per il 2010 i 500 milioni per il Fondo per la non autosufficienza destinati all'assistenza domiciliare. Sappiamo che quando si vive una situazione come questa la solitudine e la disperazione sono sempre dietro l’angolo, ma l’eutanasia non è una soluzione: ci sono molte altre possibilità, per esempio l’accoglienza in ottime strutture che già si sono offerte. Noi faremo comunque il possibile perchè a Salvatore sia garantita una assistenza qualificata e invitiamo i familiari a ripensare alla loro decisione.

Nella stessa trasmissione era presente anche Dorina Bianchi, vicepresidente dei senatori Udc, che ha sostenuto: “Bisogna puntare ad un'assistenza di qualità, indirizzata al malato ma anche alla famiglia: è su ciò che si deve monitorare. In quest'ottica, oggi in Commissione d'inchiesta sul Servizio sanitario al Senato si dovrà fare chiarezza sulla drammatica vicenda di Crisafulli.”“Salvatore deve continuare a lottare con il nostro aiuto la politica sta facendo il possibile per non abbandonare le famiglie: si sta portando avanti la legge sul testamento biologico e quella sulle cure palliative è andata più veloce del previsto. Ma una legge è un contenitore vuoto senza finanziamenti adeguati: se si deve fare una critica costruttiva è proprio relativamente all’aspetto economico, su cui ancora non è stato fatto uno sforzo adeguato.

Nel frattempo la Commissione d’inchiesta sul Servizio sanitario al Senato ha sollecitato una veloce conclusione dell’indagine sulla sua vicenda.

Mentre l’Azienda sanitaria e il Comune di Catania lavoreranno insieme per venire ulteriormente incontro alle esigenze di Salvatore Crisafulli. Questo è, infatti, l’obiettivo annunciato dal direttore generale dell’Asp, Giuseppe Calaciura, e dall'assessore comunale alle Politiche sociali, Marco Belluardo. L’Asp intanto ha annunciato che farà “esaminare il caso da una commissione multidisciplinare per rimodulare il Piano di assistenza e integrare i Servizi offerti, qualora se ne dovesse ravvisare la necessità.
Il Piano dell’Asp attualmente prevede la presenza di un infermiere professionale 3 volte al giorno, tutti i giorni; di un fisioterapista 2 ore al giorno, tutti i giorni; e di uno specialista della nutrizione.
Il Comune di Catania già eroga 19 ore settimanali di prestazioni socio-assistenziali, con aiuto domestico e servizio igienico anche nei giorni festivi ma è pronto a “raccogliere la disponibilità del mondo del volontariato cattolico e non per integrare l’assistenza.
Il caso Crisafulli è stato sempre affrontato con grande impegno e attenzione - ha sottolineato Calaciura – l’Asp ha fatto tutto quanto le compete per migliorare la qualità della vita di Salvatore: nei prossimi giorni mi recherò a casa del paziente per dimostrargli che non è stato abbandonato e che il Comune, l'Asp e la Regione gli sono vicini.

A cura della dott.ssa Emilia Uccello

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