Uno studio pubblicato sulla rivista The New England Journal of Medicine getta nuova luce sugli effetti delle terapie di fine vita che risultano essere utili, non solo per lenire il dolore dei malati di cancro, ma anche per allungare loro la vita, infatti, oltre a rendere migliore la qualità degli ultimi mesi di questi pazienti pare siano in grado di farli vivere, in media, tre mesi in più rispetto a coloro che non le ricevono.
Il dato emerge dalla ricerca portata avanti dagli oncologi del Massachusetts General Hospital (Usa) per un periodo di tre anni, coinvolgendo in totale 151 pazienti con carcinoma polmonare in veloce progressione. Il trial è stato organizzato in maniera randomizzata, dividendo i pazienti in due gruppi: il primo ha ricevuto solamente il trattamento medico per la cura della malattia, mentre il secondo ha potuto giovare anche di cure palliative. Seguiti fino alla fine del 2009, il 70% dei malati è poi deceduto.
Gli autori dell'indagine hanno rilevato, nel corso del loro lavoro, che coloro che hanno ricevuto cure di fine vita fin dall'avvio dello studio, hanno sofferto meno di depressione e di altri disturbi, anche fisici, che caratterizzano la malattia terminale. In più, pur se pochi di loro hanno optato per una chemioterapia aggressiva essendo la malattia in veloce progressione, i pazienti del primo gruppo sono vissuti in media tre mesi in più rispetto a quelli in cura con terapie standard.
Di seguito i pdf dello studio pubblicato.