Dare voce a tutti

Mario Melazzini, presidente dell'Aisla (Associazione italiana sclerosi laterale amiotrofica) e malato di Sla, da anni impegnato a viaggiare per l'Italia per dare voce ai malati che vogliono vivere ed essere aiutati dallo Stato, su Tempi.it ha espresso, ieri, il suo dissenso contro la trasmissione televisiva Vieni via con me.

"Questa società di benpensanti crede che la disabilità non sia conciliabile con una vita degna di essere vissuta. Se daranno voce solo a una parte saranno scorretti e antidemocratici".

La disapprovazione di Melazzini nei confronti del programma sono nate in merito alla possibilità che, come era stato annunciato, durante la trasmissione condotta da Roberto Saviano e Fabio Fazio, venisse letto un elenco su alcuni principi di diritto sanciti dalla Corte di Cassazione che nel 2008 decretò che l'alimentazione e l'idratazione di Eluana Englaro potevano essere legalmente sospese.

"Ci sono migliaia di persone che vivono in condizioni simili a quelle di Englaro e Welby e gridano di essere sostenuti ed aiutati. Ma non vengono ascoltati. Se davvero a "Vieni via con me", e il condizionale è d'obbligo, venisse data voce solo alla sentenza della Corte di Cassazione, sarebbe scorretto e antidemocratico".

Continua il medico. "Se daranno voce solo a chi appoggia l'eutanasia, eviteranno ancora una volta di tenere conto di tutte le persone che, nelle stesse condizioni di Englaro e Welby, vogliono che venga riconosciuto il loro diritto alla vita. Se loro faranno conoscere solo una voce del coro, saranno scorretti e antidemocratici. Dovrebbero sentire anche l'altra parte, quella dei cittadini italiani che rispettano chi la pensa come Englaro o Welby, ma che vogliono portare all'attenzione di tutti le persone che versano in gravi condizioni di disabilità e salute ma vogliono vivere."

Perchè riguardo i malati che vogliono vivere non vengono ascoltati, Melazzini afferma che: "Oggi c'è una incredibile carenza di sensibilità verso queste persone che soffrono. Siamo in una società di benpensanti che crede che la condizione di disabilità non sia conciliabile con una vita degna di essere vissuta. Noi chiediamo che sia rispettato il diritto alla vita dei malati in così gravi condizione di salute, e che vengano aiutati. Sembra, invece, che solo la sentenza di Cassazione meriti supporto e spazio".

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