Il male curabile. La sfida di Mauro Ferrari, il matematico italiano che sta rivoluzionando la lotta ai tumori

Autore: 
Michele Cocuzza
Anno: 
2012
Casa Editrice: 
Milano, RCS Libri

Mauro Ferrari, laureato in matematica, insegna all' Università della California. E' sposato, ha tre figli. Conduce una vita piena e felice, fino a quando la moglie si ammala di cancro e muore in breve tempo a soli 34 anni. Per il matematico italiano è un duro colpo. L' accaduto lo fa riflettere sulla sofferenza e sul suo significato e, da religioso praticante, capisce ed accetta che il dolore “...è uno strumento a nostra disposizione per trovare la giusta rotta, per compiere il precetto [divino]” (pagina 211).
Ferrari decide quindi di dedicarsi allo studio della medicina allo scopo di sconfiggere il cancro, la malattia che gli ha portato via la donna amata.

Il suo approccio alla ricerca è innovativo: al Methodist Hospital Research of Houston, in Texas, egli riunisce intorno a sé un' équipe formata da varie figure professionali, quali matematici, chimici, ingegneri, biologi e medici; e dagli sforzi congiunti di questa squadra di lavoro nasce una tecnica innovativa: la nanotecnologia.
Partendo dai presupposti che ogni tipo di cancro è diverso dall'altro e che due persone affette dallo stesso tipo di cancro presenteranno nel tempo decorsi della malattia assai diversi, risulta evidente la necessità di una cura personalizzata, creata su misura per ogni singolo paziente. La nanotecnologia è concepita, studiata e sperimentata a tale scopo.
Al momento della stesura del libro, molti sono gli studi e le sperimentazioni in tale campo, tra le quali la progettazione di ghiandole artificiali capaci di dosare l' esatta quantità di medicinale da rilasciare nel sangue del paziente, così da evitare inutili sprechi e permettere al malato di condurre una vita normale; molecole modificate appositamente in laboratorio le quali, 'dotate' del giusto quantitativo di medicinali, siano capaci di eludere i controlli del sistema immunitario, riconoscano le cellule malate e le distruggano tramite il rilascio in loco della terapia, così da evitare di intossicare eccessivamente l'organismo, come invece succede con le chemioterapie attuali; nanovaccini capaci di riattivare il sistema immunitario ed indirizzarlo contro le malattie desiderate.
Studio, sperimentazioni ed utilizzo di nanotecnologie non sono limitati alle sole patologie neoplastiche: nei laboratori dell'Università di Houston gli scienziati ne ricercano l'applicazione in svariati campi, quali la cura del diabete e di altre patologie croniche ed invalidanti. Recentemente, ad esempio è stato sperimentato - e la ricerca è ancora in un'ulteriore fase di sviluppo - un metodo che consenta alle ossa di ricrescere anche di alcuni centimetri dopo fratture estese ed amputazioni di arti.
Si tratta di una finestra aperta direttamente sul futuro, che fa ben sperare per la cura di molte patologie.
Tutto questo, rileva Mauro Ferrari, è possibile grazie ad una mentalità molto aperta nei confronti della ricerca oltre che ad adeguati finanziamenti statali ed a cospicue donazioni da parte di filantropi: la salute è infatti molto importante in America ed è normale per chi ha molti soldi devolverne una parte ad ospedali ed università, senza richiedere nulla in cambio. Va aggiunto il fatto che tutti gli enti del genere sono enti no-profit: tutti i ricavi devono essere reinvestiti in ricerca, macchinari per la cura dei malati ed in stipendi per tutto il personale. In tal modo studenti particolarmente capaci e scienziati di tutto il mondo hanno la possibilità di studiare e portare avanti progetti e sperimentazioni realmente validi, garantendo agli investitori, alle case farmaceutiche ed alla società tutta un'elevata qualità di studi e ricerche. Ogni scienziato ha la possibilità, se non l'obbligo, di accompagnare alle pubblicazioni sulle proprie ricerche dei brevetti, i proventi dei quali verranno reinvestiti dagli enti ai quali gli studiosi appartengono sempre a beneficio dell' utenza.
Tutto ciò, nota amaramente Ferrari, in Italia non succede. Ed è per questo che molti scienziati italiani molto capaci preferiscono andare a lavorare in altri Paesi, soprattutto negli Stati Uniti.

Una ricerca importante quella di Ferrari, che non è soltanto scientifica, ma anche una ricerca del senso della vita.
Laico, profondamente religioso, lo scienziato italiano dimostra ulteriormente, se ancora ce ne fosse bisogno, come scienza e fede possano non solo convivere pacificamente, ma anche collaborare per il benessere degli esseri umani e non solo.

Michele Cocuzza, affermato giornalista, racconta in modo chiaro ed esaustivo la vita, la ricerca e la sperimentazione di SuperMauro, come viene scherzosamente chiamato il coprotagonista del volume – il coprotagonista, perché la vera protagonista è la moglie Marialuisa, “morta di parto dando alla luce la nanomedicina” (pagina 223) –, e della sua equipe, per far conoscere alla società italiana una realtà diversa, quella americana, aperta allo studio, alla sperimentazione e all' innovazione, specialmente se volta al miglioramento della salute di tutti.

Autore recensione: 
Giacomo Alpini
Voto: 
8
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