Progetto Bonoua, ambulatorio di medicazioni in Costa d’Avorio, integrare i saperi, avvicinare le culture

Autore tesi: 
Gabriella Rosadini
Anno accademico: 
2015/2016

La salute e la sanità per noi che viviamo nel mondo occidentalizzato è un dovere verso noi stessi e verso gli altri. Un dovere tradotto dai governi con erogazione delle cure, campagne sanitarie, servizi sanitari, assicurazioni sulla salute. Non in tutto il mondo è così e rendersi conto di questo, di questa disparità in un mondo ormai globalizzato, non può far stare ad occhi e mani chiuse. La Costa d’Avorio è un paese bellissimo, vitale e pieno di ricchezze. La crisi politica si è placata e c’è la possibilità di portare un aiuto concreto alla popolazione. La proposta è di aiutare nella formazione in un modo strutturato e continuo, la proposta è inizialmente far conoscere le possibilità e poi far
scegliere le tematiche, le strategie… insomma condividere. Una malattia compresa dall’OMS fra quelle neglette è l’Ulcera del Buruli che dal 2015 al 2020 è fra quello che verranno monitorizziate da un programma speciale. Malattia grave e invalidante che colpisce moltissimi bambini in Costa d’Avorio poiché è provocata da un micobatterio che vive nelle lagune è la Costa d’Avorio ne è circondata. Rende invalidi tantissimi bambini che vengono curati per molti mesi provocando loro molto dolore fisico e gravi difficoltà economiche. È difficile fare una diagnosi veloce per poter intervenire subito con i farmaci sistemici, si deve ricorrere alla chirurgia e dopo alla riabilitazione se è possibile. Curare questi bambini pone l’esigenza di prendere in considerazione questo problema e di riportarlo in questo elaborato per metterlo in evidenza, pone l’esigenza di una ricerca farmaceutica adeguata anche se sicuramente non fonte di guadagno. Questo mondo globalizzato con migliaia di migranti che sbarcano nelle nostre coste chiede di guardare bene alle problematiche della salute mondiale, conoscere meglio questi paesi ci avvicina e ci fa comprendere reciprocamente dove viviamo e con chi viviamo. Il progetto è stato pensato con lo scopo di far conoscere i presidi che venivano utilizzati durante le medicazioni, con il proposito di porre anche l’attenzione sulle modalità e le possibilità di fare medicazioni più efficaci e consapevoli. Dopo una osservazione dettagliata dei presidi e delle modalità di lavoro, la griglia di studio è stata cambiata per adeguarla alle esigenze del posto, alla burocrazia e agli ostacoli dati dalla lingua e dalla diffidenza alle novità. La formazione è stata letteralmente e fisicamente “sul campo”cioè dentro l’ambulatorio di medicazioni. Presi i prodotti, parlato dell’uso fatto, dalle conoscenze che ne avevano e poi letto sul prodotto le raccomandazioni di applicazione. Presa coscienza dell’uso improprio di alcune procedure è stato proposto di eliminare alcuni prodotti ed inserirli altri più efficaci e sicuri. Queste nuove procedure sono state solamente proposte poiché dovrebbero trovare aiuti concreti in ambito di tempo e programmi adeguati. In Costa d’Avorio moltissime conoscenze sono state portate da altri paesi, così come si affacciano in modo preoccupante l’aumento di malattie quali il diabete e malattie cardiache. Molte cose fra cui le conoscenze sono state portate dai missionari in modo gratuito, sono stati dei doni spesso dovuti. Quando ricevi un dono dici grazie qualsiasi cosa sia, ma se non ti piace lo lasci lì in un angolo, oppure su tanti te ne piace solo uno. Perché non chiedere che cosa ha bisogno quel dato paese, con quella data cultura, quali sono i veri interessi? Tutto questo per non sprecare energie, tanti bellissimi progetti che non hanno avuto futuro, tante persone deluse o demotivate sia in chi li ha proposti e in chi li ha ricevuti. È stata, per esempio espresso il bisogno che l’apporto formativo sia dato in modo continuativo, magari con l’aiuto di internet, della telefonia, fatto di brevi periodi per seguire fisicamente i progetti sul luogo: solo 6 ore di aereo per arrivare in Costa d’Avorio. Il mondo è più vicino di quello che pensiamo.

E-mail: 
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