Nino Migliori - Il giardino degli angeli

Sabato 1 giugno 2013 al Museo civico del Risorgimento di Piazza Carducci 5, alla presenza dell'autore, è stata inaugurata la mostra di Nino MiglioriIl giardino degli angeli” che resterà aperta fino al 14 luglio. La mostra espone 15 fotografie realizzate dal celebre fotografo Nino Migliori all'interno del settore della Certosa di Bologna riservato alle inumazioni dei bambini, proponendo una lettura visionaria e allo stesso tempo gioiosa, nella quale i cromatismi dei giocattoli, degli oggetti cari che hanno accompagnato la breve vita dei bimbi, vengono modificati per creare una realtà immaginifica.

Le fotografie ci trasportano in un mondo festoso, carico di energie positive del tutto in contrasto con i sentimenti e le emozioni normalmente legate al luogo dell’eterno riposo; ma Nino Migliori ci ha da sempre abituati, attraverso i suoi lavori, a ri-leggere il quotidiano, a rivederlo da angolazioni diverse che ribaltano i canoni consueti del vedere e del sentire.

Le immagini in mostra nascono dall’utilizzo riflessivo dello strumento elettronico, si inseriscono coerentemente nel percorso multiforme dell’autore e trovano le radici in opere precedenti. La prima, quella storica, è “La macchia” del 1973, composizione formata da 50 stampe serigrafiche a colori fluorescenti, trascrizione pop di una fotografia di un suo “Muro”. Già in questo lavoro Migliori sente la necessità di “rompere gli schemi” cromatici, vuole fornire una traduzione infedele del reale, cioè proporre “il dato“ attraverso una palese interpretazione. Il successivo riferimento si collega alla serie “Trasfigurazioni”, realizzata tra il 1998 e il 2003, che figura l’approccio al digitale come “passaggio naturale“ del cammino tecnologico che sta alla base dell’invenzione della fotografia, ma al contempo rappresenta anche una ulteriore sfida e analisi linguistica del mezzo.

“Il giardino degli angeli” fa parte del progetto “Imago mentis“, serie di lavori nei quali Migliori interpreta la realtà con colori acidi, saturi ottenuti da elaborazioni digitali. La mostra è accompagnata da catalogo con testi di Marco Vallora e da un prezioso libro d’autore contenente le fotografie originali, realizzato in 48 copie.

Fonte: Il Resto del Carlino - Bologna

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