Orvieto: no al testamento biologico e al registro delle dichiarazioni anticipate dei trattamenti sanitari

Martedì 15 dicembre 2009 il Consiglio Comunale della città di Orvieto ha respinto, dopo un'ampia discussione, le due mozioni presentate dai rappresentanti del consiglio che hanno proposto l'istituzione sia del testamento biologico che quella di un registro telematico delle dichiarazioni anticipate di trattamenti sanitari.

Di seguito riportiamo il dibattito consiliare riportato sul sito web del Comune di Orvieto e redatto dal loro Ufficio Stampa.

COMUNICATO STAMPA n. 896/09 C.C. del 15.12.09

Respinte le mozioni su testamento biologico e l’istituzione di un registro telematico delle dichiarazioni anticipate di trattamenti sanitari.

Dopo un’ampia discussione unificata sui due argomenti, il Consiglio Comunale ha respinto (11 contrari: consiglieri PdL, Pizzo, Tonelli, Annunnli; 7 favorevoli: Germani, Stella, Bugni, Moscetti, Belcapo, Gialetti, Frizza; 1 astenuto: Ranchino) la mozione sul testamento biologico presentata dal capogruppo Evasio Gialletti (Socialismo Sinistra e Libertà per Orvieto) e la mozione in merito all’istituzione di un registro telematico delle dichiarazioni anticipate di trattamenti sanitari (testamento biologico) presentata dalla Cons. Donatella Belcapo (PD).
E’ stata quest’ultima ad illustrare entrambe le mozioni sostenendo che “il principio basilare che si deve affermare nella società civile contemporanea, è il riconoscimento del diritto della volontà dichiarata anche attraverso la sua anticipata manifestazione. Sul fine vita ci sono aspetti che non possiamo ignorare senza ascoltare il parere della comunità scientifica. Serve una legge. Da mesi ci siamo fatti promotori della istituzione del registro delle dichiarazioni anticipate. E’ un tema molto sentito dai cittadini. Molti comuni stanno provvedendo e solo così si possono sciogliere nodi secolari. Siamo di fronte ad una contesa di civiltà per l’affermazione di diritti civili”.
Nel corso del dibattito, Angelo Ranchino (Orvieto Libera): “le due mozioni toccano argomenti alle quali io mi sento inadeguato. Temi profondi che toccano i limiti massimi della morale e dell’etica, la vita, la morte. Un approccio umile e rispettoso, che richiede il senso del proprio limite. Al di là del fatto che in questa sede si possano affrontare temi di portata generale, resta il fatto che il dibattito è acceso nelle sedi parlamentari. Non è noto il significato giuridico di queste dichiarazioni anticipate sulla cui efficacia a tutt’oggi è ancora tutto da discutere. C’è un vuoto normativo nel nostro ordinamento giuridico. Dire oggi che sono favorevole o meno è una cosa che non sono in grado di fare. Di fronte a questo interrogativo non mi sento di illudere le persone. Giudico inopportuno prendere oggi queste decisioni. Argomento molto difficile. Mi asterrò”.
Cons. Luciano Cencioni (PdL): “un tema importante quanto complesso, da affrontare con concretezza ed umiltà trattandosi di qualcosa che non si conosce. Il rispetto della scelta avviene in un ambito medico-terapeutico. Occorre avere chiaro quando un soggetto è incosciente, quali sono i criteri per definire il soggetto in coma irreversibile o in stato vegetativo, occorre capire quali spazi ci sono per il legislatore di dare indicazioni sul piano sanitario. La ricerca corre veloce è quindi opportuno attendere l’emanazione di una legge che ponga limiti ad una scelta fatta oggi e affinché possiamo fare la scelta giusta. Siamo ancora molto ignoranti. Stiamo parlando di diritto al morire con dignità, e del rispetto dell’autodeterminazione al dovere di morire. E’ una materia ancora da regolamentare. Questo provvedimento, infatti, diventerebbe regolatore, del medico, della famiglia e del giudice. Altra cosa è l’accanimento terapeutico. Facciamo attenzione perché, un domani, rischiamo di sancire l’obbligo a morire in chi ha fatto una scelta all’inizio. Non facciamo la guerra dei valori. Stiamo attenti a fare questa scelta oggi”.
Cons. Piergiorgio Pizzo (UdC): “mi sento molto legato alla sensazione di quello che uno prova in un certo momento. Impossibile determinare con anticipo cosa fare quando si avvicinerà la fine dei propri giorni. Prima di decidere, attendiamo la normativa”. Antonella Annulli (PD): “un tema molto difficile anche per noi medici. Il panorama è molto vasto con implicazioni morali ed etiche laddove molto spesso non c’è l’esatta conoscenza scientifica della malattia. Attualmente il medico è legittimato a scegliere nel rispetto del malato. Il medico resta l’unica tutela del malato. Ritengo che in questo magma l’unica sicurezza per il malato è il codice deontologico del medico. Importante avere conoscenze scientifiche più profonde. Le conoscenze sullo stato vegetativo non sono tali da comprendere se il paziente tornerà a relazionarsi. Sono contraria al testamento biologico perché le volontà posso essere temporanee e non supportate da conoscenze scientifiche. Il progresso scientifico non ci consente di assumere ora decisioni e non siamo ancora in grado di farlo perché scientificamente non siamo all’altezza”. Guido Turreni (PdL): “ci dovrebbero guidare i principi del cattolicesimo liberale. I problemi sono di varia natura e di natura giuridica. Il testamento come negozio giuridico presuppone la dichiarazione di una volontà. E questa può essere soggetta a conferma o revocabilità della decisione. In ballo c’è il concetto del concorso delle volontà: paziente, medico e famiglia, la cui verifica dovrebbe essere accertata dal magistrato. Ci sono secoli di diritto, secoli di filosofia. La possibilità per un paziente di esprimere prima il proprio consenso non ha alcun senso”. Stefano Olimpieri (PdL): “dal mio punto di vista la vita è sacra dal concepimento fino alla morte. Su questa materia complessa nonché difficile, lo Stato deve tutelare la vita dal concepimento alla morte”. Carlo Sborra (PdL): “la vita va tutelata dal concepimento fino alla morte naturale. Contrario alla mozione”. Carlo Tonelli (PDCI): “un argomento difficilissimo di cui ringrazio i proponenti. Personalmente mi ritengo il più inadeguato ad esprimere un giudizio e per un medico, il giuramento di Ippocrate è un atto fondamentale di riferimento. E’ già difficile la vita, non voglio complicare anche la morte. C’è un percorso in itinere da parte del Parlamento per definire il percorso della legge verso il quale, a conferma della complessità della materia, sono stati presentati 1200 emendamenti. Il testamento biologico naturale, che è sempre esistito fra figli e genitori, è di rispetto delle volontà. Mi piace tutto quello che è semplice che resta nell’ambito decisionale dell’individuo e della famiglia che lo raccoglie”.
Evasio Gialletti (Socialismo, Sinistra e Libertà) per replica: “nel presentare le due mozioni sapevamo della delicatezza dell’argomento. Condivido la correttezza degli interventi. Sicuramente non è il Consiglio comunale che deve deliberare una legge, ma una raccomandazione, un atto di indirizzo, invito. E’ innegabile che il problema c’è e non può essere sottaciuto. Il testamento biologico è una realtà in molte parti del mondo, e la volontà del cittadino va rispettata. Questa materia va comunque regolamentata e rispettata. Quindi le mozioni sono un atto di sensibilità”.

Il V. Sindaco e Assessore alla Sanità, Massimo Rosmini nella replica a nome della Giunta: “un tema importante e delicato che investe la sfera del pensiero personale. L’idea del testamento biologico o dichiarazione anticipata di trattamento, non è una cosa vergognosa perché rispetta il diritto del cittadino, ma la possibilità di poter fare una libera scelta è giusta. La volontà della dignità della propria morte va rispettata Perché lasciare i familiari a decidere? Vi sono elementi di libertà e quello che va distinto nella legge è proprio la libertà di scelta. Il principio di poter decidere in un momento di lucidità è positivo, laddove vedo le difficoltà invece sta nel fatto che non c’è una legge nazionale ad hoc”.
Dichiarazioni di voto: Cencioni: “non è una guerra di valori, perché il rispetto dell’uomo è fondamentale. Il testamento biologico non attiene l’aggressività terapeutica, ma il fatto che il paziente è in uno stato di incoscienza e dipende dagli altri. Si deve parlare del soggetto che è incosciente ed ha espresso la sua volontà prima quando era in grado di intendere e di volere. L’accanimento terapeutico ed il consenso informato sono normati giuridicamente. Voto contrario”. Germani: “una tematica delicata e giustamente affrontata in Consiglio comunale. La nostra idea non era di entrare nel merito scientifico ma solo di dare una spinta affinché si arrivi alla definizione della materia a livello nazionale. La mozione sta passando in tutti i Comuni dell’Umbria con lo spirito di poter affrontare la materia e far si che a livello centrale si legiferi. La presa di posizione di molti Consigli comunali in Italia dovrebbe aiutare il legislatore. Siamo favorevoli alla mozione.Avere la volontà espressa, aiuterebbe molto i familiari di un paziente nel momento della decisione”. Tonelli: “i chiarimenti di Germani sono puntuali come pure la relazione dell’Assessore Rosmini, ma restano le mie perplessità. Qualora non passasse questa mozione chiedo ai proponenti che venga ripresentata una volte terminato l’iter parlamentare”. Mariani: “la vita è un dono e un valore imprescindibile. Mi riconosco nella posizione espressa dalla Cons. Annulli. Sono contrario per non illudere i cittadini”.

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