Stiamo assistendo a una svolta drammatica nel rapporto tra medico e cittadino malato, che tradizionalmente richiedeva scienza e coscienza da parte del medico, fiducia e docilità da parte del malato. Oggi questo modello è messo in discussione da una cultura che ha cambiato i presupposti di fondo. Il paziente non è più un "povero cristo" da trattare benevolmente.
Il libro affronta le domande inquietanti e ineludibili che la malattia terminale e la morte in ambito medico pone: chi deve decidere?; su che cosa fondare un giudizio etico?; ci sono criteri per distinguere le decisioni moralmente accettabili da quelle che non lo sono?; quali le norme che devono guidare i comportamenti?; quale guida può offrire la spiritualità? E, prima di tutto, l'etichetta eutanasia può abbracciare situazioni diverse tra loro senza correre il rischio dell'ambiguità?
Raccontare la propria vita significa recuperare e dare senso a una materia debole fatta di cose enigmatiche; vuol dire entrare in quell'ambiguità fondamentale che è l'esistenza di tutti. L'intento del libro è quello di mettere in luce i meccanismi psicologici che contribuiscono alla formazione del "pensiero autobiografico". Partendo dalle narrazioni cliniche si realizza un andirivieni tra le comunicazioni in seduta e i lavori autobiografici veri e propri, tra i contenuti delle ricostruzioni della storia personale e gli stili narrativi adoperati.
Alice Sturiale ha vissuto solo 12 anni. Era affetta da una malattia congenita che le impediva di camminare, ma non di vivere con gioia e intensità. Nella sua vita si è sempre divertita a scrivere. Questo libro raccoglie le sue poesie, i suoi pensieri, storie vere e fantastiche. È un regalo di Alice a tutti coloro che l'hanno amata.
Il papa del protagonista e bello, forte, coraggioso e perfino un po' magico. Una storia surreale, ricca di poesia, che ritrae l'immaginario dei bambini.
Tiziano Terzani, sapendo di essere arrivato alla fine del suo percorso, parla al figlio Folco di cos'è stata la sua vita e di cos'è la vita: "Se hai capito qualcosa la vuoi lasciare lì in un pacchetto", dice. Così racconta di tutta una vita trascorsa a viaggiare per il mondo alla ricerca della verità. E cercando il senso delle tante cose che ha fatto e delle tante persone che è stato, delinea un affresco delle grandi passioni del proprio tempo.
Ivan Il'ic ha una vita soddisfacente, una buona carriera, una vita familiare e sociale apparentemente appagante. Nel nuovo appartamento di Pietroburgo, città in cui si è trasferito dopo una promozione, cade da uno sgabello, sistemando una tenda, e prende un colpo al fianco. Il dolore provocato dalla caduta diventa, nei giorni, sempre più forte e tutte le cure si rivelano inutili. Il pensiero della morte gli fa riconoscere la falsità della sua vita, di chi lo circonda, dei suoi apparenti successi.